Pontebba: Terra di confine
Dal 1866 fino alla conclusione della Grande Guerra nel 1918 Pontebba è paese di confine tra il grande impero di Franz Joseph e l’Italia di Vittorio Emanuele II.La sua posizione strategica, al crocevia tra i mondi slavo, germanico e latino fanno di questo paese e delle valli limitrofe un prezioso luogo di passaggio e di scambio. Basti pensare che l’antica sagra-mercato dell’8 settembre a Pontebba nasce come mercato libero per volere del patriarca Bertrando già 150 anni prima della scoperta dell’America e porta in paese merci di ogni genere provenienti addirittura dalla lontana Boemia.
La popolazione di origine carinziana, paleoslava e carnica del Canal del Ferro, della Val Canale e delle vicine Carinzia e Slovenia condivide così, oltre ad usi, vocaboli, saperi, anche una comune tradizione agricola: i lavori del contadino seguono il ritmo delle stagioni e si ripetono con sacra ritualità. Ogni famiglia alleva maiali che forniscono carne e grasso, mucche e capre per il loro latte, da cui ricavare formaggio, burro e ricotta. Gli alberi da frutto producono principalmente mele, pere e prugne e nei piccoli appezzamenti si coltivavano cereali semplici e forti come la segala, l’orzo e il sorgo da polenta. Non mancano mai, per l’autoconsumo, le patate, i fagioli, i crauti e le rape. Frutti, bacche, ed erbe spontanee vengono raccolte nei boschi sia per scopi alimurgici che curativi.
La gente, pur vivendo umilmente, sacrificata a lavori pesanti è comunque capace di apprezzare e rispettare profondamente quel poco che la Terra le offre. La scarsità dei raccolti stagionali dovuta a condizioni climatiche ribelli, le carestie, le epidemie, le guerre, non sono riuscite a cancellare quella ricchezza interiore che con animo forte i contadini delle nostre vallate si portano dentro e che continuano a tramandare ancor oggi, sottovoce. Il loro messaggio di vita arriva fino alle nostre generazioni, protagoniste di grandi cambiamenti e a volte disorientate dal confondersi di valori e priorità.